Bif&st 2019, la lezione di Roberto Herlitzka tra cinema e teatro

Davanti agli occhi attenti degli spettatori del Teatro Petruzzelli di Bari, si è svolta la masterclass dell’attore torinese Roberto Herlitzka, introdotta dal critico Fabio Ferzetti.

«Per recitare – chiarisce subito l’attore – si richiede una dedizione totale, come per tutte le forme d’arte. Occorre però distinguere tra cinema e teatro: nel primo le cose avvengono in quel momento lì davanti la macchina da presa, ma rimangono di più rispetto al teatro; nel secondo, invece, l’emozione non può essere immagazzinata e restituita ma viene vissuta direttamente sulla scena.»

Herlitzka ha girato diversi film con il regista Marco Bellocchio, tra questi Buongiorno, notte, Sangue del mio sangue e Bella addormentata. «La sola presenza di Bellocchio sulla scena porta gli attori a una specie di obbligo: farsi condurre in una certa dimensione interpretativa voluta dal regista stesso. In Buongiorno, notte strinsi un accordo con Bellocchio: io non avrei fatto Aldo Moro ma un uomo nella condizione di prigioniero, che doveva essere condannato a morte.»

La lezione di cinema ci concentra molto sulla recitazione e sul mestiere di attore: «Avere naturalezza nella recitazione – afferma Roberto Herlitzka – è come studiare le note di un pianoforte: devi saperle inserire in modo tale che tutto risulti naturale.»

«Tutto ciò che riguarda il personaggio – continua Herlitzka – va ricercato senza nessun aiuto esterno, ma studiando bene la parte al fine di creare dentro di sè dei sentimenti. Se un attore ci mette impegno riesce a trovare in quel personaggio un pò di sè o viceversa.»

«Amo il cinema comico – commenta, infine, l’attore torinese – perché ridere mi fa stare bene. Mi divertono i film di Woody Allen, di Jerry Lewis, di Jacques Tati, soprattutto di Charlie Chaplin. E poi sono entusiasta di Maurizio Crozza. In fondo sono anche io un po’ comico, soprattutto quando sono drammatico.»

Prima di congedarsi, Roberto Herlitzka incanta il pubblico leggendo con la sua voce calda il racconto Undici figli di Franz Kafka.

Giovanni Boccuzzi

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