L’amore come lotta al bullismo: il murale della scuola Galilei di Bari

“Il filo dell’amore” è il murale che decora la parete lunga oltre 35 metri della scuola Galilei che rappresenta un giardino in cui i ragazzi giocano ed entrano in relazione.

Le figure che abbelliscono le parete della scuola vogliono trasmettere un messaggio positivo, la possibilità di riscatto dal bullismo, tema del progetto regionale a cui insieme all’istituto comprensivo Galilei-Massari, hanno aderito altre scuole pugliesi.

Dopo una serie di incontri sul bullismo e il cyber bullismo insieme agli alunni ed alcuni esperti come Rosy Paparella, la dirigente Alba Decataldo alla fine del progetto ha voluto coinvolgere l’artista Giuseppe D’Asta per la realizzazione del murale. L’artista si è lasciato ispirare dalle emozioni e dalla sensazioni dei ragazzi per poter dare forma alla sua opera, durante un incontro all’interno delle classi.

Temi floreali e vegetali, farfalle, ragazzi che giocano a nascondino sono i simboli di quest’opera artistica che vuol trasmettere un messaggio positivo e di rivincita contro il bullismo; inoltre due volti di un ragazzo e di una ragazza entrano in relazione in modo particolare. Giuseppe D’Asta spiega il significato del murale ai nostri microfoni: “Ho immaginato un giardino in cui i ragazzi durante l’ora di ricreazione giocano, magari a nascondino come alcune figure del murale. Il gioco è un fattore molto importante perché mette in relazione i ragazzi. Anche gli elementi architettonici della scuola, come le finestre, sono diventati parte integrante del murale. Proprio i due mezzibusti che si nascondono dietro le finestre rimandano al gioco del nascondino. Ovviamente i soggetti principali del murale sono i due ragazzi nel loro incontro di sguardi. Il ragazzo e la ragazza alle estremità della parete ascoltano la musica dagli auricolari, il cui filo diventa l’elemento di unione tra tutti gli elementi raffigurati.

Emerge un intreccio di legami che si ristabiliscono: “Il messaggio è quello dell’amore: questo movimento di decorazioni floreali termina con un enorme cuore in corrispondenza della porta del’Auditorium”.

D’Asta spiega come è nata l’idea del murale: “Tutto è nato da un incontro con alcuni studenti dei seconda media della scuola Galilei. Da loro ho colto le emozioni e i messaggi sul tema del bullismo. Grazie al lavoro di Rosy Paparella sono riuscito a captare le informazioni trasmesse dai ragazzi. E’ emerso un lavoro sul sentimento opposto a quello del bullismo, ossia l’amore”.

Il progetto sul bullismo e cyberbullismo è un percorso che ha visto la collaborazione di scuole, docenti, esperti e alunni. La preside dell’istituto comprensivo Massai-Galilei di Bari descrive l’esperienza: “Si tratta di un progetto regionale che coinvolge alcune scuole come l’istituto Galileo Ferraris di Molfetta, l’Ipseo Sandro Pertini di Brindisi, l’istituto superiore De Pace di Lecce, l’Altamura-Da Vinci di Foggia, il liceo Tito Livio di Martina Franca, il Marco Polo di Bari e appunto l’istituto comprensivo Massari-Galilei. Innanzitutto il progetto è nato con la formazione dei dirigenti scolastici, i referenti sul bullismo e cyberbullismo e un gruppo di docenti. Successivamente sono stati designati quattro studenti-ambasciatori per ogni scuola per la formazione con il giudice del tribunale per minorenni il dott. Giuseppe Arrivo. Dopo queste fasi, ogni istituto ha lavorato in autonomia”.

Le scuole coinvolte hanno avviato diverse progettualità che saranno presentate con un evento conclusivo insieme ai dirigenti, ai referenti dell’ufficio scolastico regionali, gli studenti, gli insegnanti nella scuola capofila il Ferraris di Molfetta il 3 giugno.

La preside si è avvalsa dell’aiuto di alcuni esperti del territorio cittadino e regionale per l’organizzazione degli incontri: “La nostra scuola ha deciso di coinvolgere Rosy Paparella, già Garante regionale dei Diritti per l’infanzia e l’adolescenza. Con lei, nelle classi si è ragionato con i ragazzi sui risvolti dal punto di vista emotivo della situazione legata al bullismo e cyberbullismo”. L’idea del progetto è stata proprio quella di lavorare sulle emozioni senza limitarsi alle nozioni e alle teorie sul fenomeno: “Abbiamo pensato di focalizzare l’attenzione sul discorso delle emozioni, dell’empatia, dell’importanza di sapersi mettere nei panni dell’altro per cercare di evitare che si possa far del male sia fisicamente sia dietro una tastiera”. Il murale si inserisce in questo filone di sensazioni: “I ragazzi hanno collaborato insieme all’artista Giuseppe D’Asta: loro hanno dato dei suggerimenti a partire dalle emozioni suscitate durante gli incontri con l’esperto. Abbiamo creato, così, un prodotto permanente, rappresentando le emozioni più belle come l’amicizia, l’allegria, l’amore per far capire che esistono alternative ai brutti sentimenti legati al bullismo e cyberbullismo”.

Luigi Laguaragnella

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