Soltanto il mare può custodire alcune storie, rendendo meno tragici degli eventi dolorosi e restituendo uno spicchio di vita, di speranza. Dal mare possono emergere ricordi che assomigliano ad una carezza immortale di un legame.
Il fluire del mare, in fondo, è proprio come la vita: un continuo divenire. Per continuare a vivere, a volte, è necessario affidarsi, anzi tuffarsi e lasciare che la vita stessa segua le correnti.
La storia di una bottiglia contenente una foto e una lettera carica di amore affidata alle onde del mare da parte di una mamma che ha perso sua figlia rappresenta proprio il valore misterioso della vita, affidato alle onde.
La mamma di Sorrell Leczkowski, quattordicenne vittima dell’attentato di Manchester del 2017 durante il concerto della popstar americana Ariana Grande in cui persero la vita 22 persone (tra cui molti giovani) e 200 feriti a causa di un attacco suicida di un convertito all’Islam radicale, ha voluto compiere un gesto semplice e d’altri tempi: scrivere una lettera a sua figlia, sigillarla in una bottiglia e gettarla tra le onde e il vento del mare.
La mamma, sopravvissuta all’attentato mentre si trovava nell’Arena per accompagnare le figlie (la sorella di Sorrell è rimasta illesa) pochi giorni dopo quella tragedia ha voluto, forse, esorcizzare il dolore con il gesto di buttare in mare la bottiglia contenente il suo messaggio e le foto della ragazza, oltre ad un braccialetto di gomma con la data di nascita della ragazza. Un gesto simbolico che sigilla un legame eterno come quello tra madre e figlia capace di superare ogni limite, ogni dolore e anche le correnti marine. La bottiglia, infatti, gettata probabilmente nel 2017 dalle coste del Regno Unito, è giunta in un giorno qualunque di luglio sulle sponde di Morciano di Leuca, un Comune in provincia di Lecce, nel Salento, trasportata dalle correnti marine verso la penisola Iberica, lo stretto di Gibilterra, per poi entrare nel Mediterraneo ondeggiando per circa 2500 miglia in un percorso che solo la natura può conoscere correttamente.
E’ stata ritrovata tra gli scogli del Salento da un operaio addetto alla pulizia della costa che ha consegnato la bottiglia di vetro agli amministratori comunali.
Lorenzo Ricchiuti, sindaco di Morciano, dopo il ritrovamento è riuscito a contattare la mamma di Sorrell per restituire il “tesoro”, ma la signora ha deciso di lasciarlo tra le sponde del mare pugliese. Il primo cittadino, che ha invitato la mamma della vittima in Salento per vedere la sua bottiglia, intanto si è impegnato a conservarla nella sede del Comune come simbolo per la difesa della vita contro ogni tipo di terrorismo.
E’ il simbolo dei valori veri della vita mai destinati ad affondare, della speranza di trovare sempre un porto sicuro in cui trovare qualcuno capace di alleviare i dolori e le sofferenze. Esistono emozioni e sensazioni immortali che nessuna tragedia potrà mai debellare definitivamente.
Di seguito, uno dei testi dei messaggi in bottiglia della mamma di Sorrell tradotto in italiano: “Nell’attimo in cui sei morta il mio cuore si è spezzato a metà. Un lato è pieno di dolore, l’altro è morto con te. Mi sveglio spesso di notte quando il mondo è addormentato e cammino lungo il viale dei ricordi con le lacrime sulle guance. Ricordarsi di te è facile. Lo faccio ogni giorno, ma la tua mancanza è un dolore al cuore, che non se ne va mai via. Ti tengo stretta nel mio cuore e lì rimarrai, fino a quando arriverà il giorno gioioso che ci incontreremo di nuovo. Mamma”.
Luigi Laguaragnella