Confabitare… 900 milioni per la Banca Popolare di Bari

Il Governo ha emanato un Decreto Legge che dispone il salvataggio della Banca Popolare di Bari, essa sarà acquisita, attraverso una ricapitalizzazione, dal Mediocredito Centrale, una banca controllata al 100% dallo Stato. Dopo il commissariamento di venerdì scorso, ciò significa due cose: la banca è diventata solida perchè la proprietà è dello Stato che ne esclude la fallibilità, e che vi è totale discontinuità con la precedente gestione.

Tutte le Associazioni dei consumatori operanti in Puglia, a cui si associa il presidente regionale di Confabitare Puglia Dott.ssa Lucia D’Attolico congiuntamente al dott. Antonio De Felice   (Studio De Felice & Partners) responsabile del Centro Studi Confabitare nazionale, sottolineano che l’Amministrazione Straordinaria è una notizia positiva che crea totale discontinuità col passato ed offre opportunità per il futuro. Non è una liquidazione coatta, non è un “fallimento”. E’ invece un’utile procedura disciplinata dal Testo Unico Bancario, in base alla quale la Banca d’Italia dispone lo scioglimento e la sostituzione degli organi sia di amministrazione che di controllo della banca, quando ricorrono violazioni o irregolarità, oppure quando sono previste gravi perdite del patrimonio.

La Banca d’Italia ha nominato i commissari che sono l’organo che, in discontinuità col passato, governa ed esercita tutti i poteri che prima spettavano al Consiglio di Amministrazione della Banca, e nominerà il Comitato di sorveglianza che sostituisce in pratica il Collegio sindacale, con compiti di controllo e pareri.

La banca continua regolarmente ad operare come tutte le altre, avendo però sostituito totalmente gli organi di governo.

Spetterà ai commissari compiti di accertare la situazione aziendale, rimuovere le irregolarità e promuovere le soluzioni utili nell’interesse dei depositanti e della sana e prudente gestione della banca. La nomina dei commissari è un primo vero atto di tutela verso azionisti, clienti e dipendenti.

La necessità di ripianare le perdite, vedrà i commissari, investiti di autorevolezza, garanzia indispensabile per gli investitori istituzionali (Fondo interbancario e Mediocredito Centrale) che dovranno ricapitalizzare la banca.

Ma di certo l’intervento della Banca d’Italia non può risolvere un problema ben più profondo, come quello delle perdite in capo ai 70mila soci della popolare pugliese: un esercito di piccoli azionisti che col tempo ha visto progressivamente ridursi il valore delle proprie azioni.

Si capirà se e come il governo vorrà intervenire su questo aspetto. «Tuteleremo i risparmiatori e non concederemo nulla ai responsabili», ha detto il premier Giuseppe Conte. Certo è che, in assenza di indennizzi statali, sono andati in fumo fino ad oggi circa 1,5 miliardi di valore, dai massimi del 2016, visto il sostanziale azzeramento delle azioni.

Il governo intende creare una Banca di investimento con la ricapitalizzazione di Mediocredito centrale (banca del Mezzogiorno) attraverso un finanziamento da 900 milioni di euro a Invitalia. Lo prevede il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri. Le norme vogliono contribuire al superamento del gap sullo sviluppo economico tra nord e sud.

Invitalia è l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, società al 100% di proprietà del ministero dell’Economia. Con il decreto si autorizza “un finanziamento a Invitalia fino a 900 milioni di euro nel 2020” per rafforzare il patrimonio di Mediocredito centrale “affinché possa promuovere lo sviluppo di attività finanziarie e di investimento che possano accompagnare la crescita e la competitività delle imprese italiane”. A questa operazione di rilancio parteciperanno anche il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi ed altri investitori.

La Banca di Investimento nasce dalla “scissione” delle acquisizioni fatte dal Mediocredito centrale. La formazione passerà attraverso un decreto con il quale il Mef acquisirà attività e partecipazioni, con l’intero capitale sociale, senza dovere alcun corrispettivo. Le operazioni saranno realizzate in un regime di esenzione fiscale. Le risorse per l’intera operazione di salvataggio arrivano dal fondo del ministero dell’Economia destinato “alla partecipazione al capitale di banche e fondi internazionali”. Le risorse sono “iscritte sul capitolo 7175 dello stato di previsione del ministero dell’Economia e delle Finanze”, rifinanziato per il 2020 “con la Sezione II” della legge di bilancio approvata nel 2018.

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