Favours: l’album d’esordio di Inner Tongue

Dire che la voce è l’affascinante punto di forza del debutto di Inner Tongue potrebbe essere appropriato, visto che illumina tutte le sue canzoni con il suo fare gentile, espressivo ed espansivo. Ma Favours è molto di più: un album concentrato in dodici tracce che rivela un autore/produttore sorprendentemente già completo e maturo nel suo ruolo. Le sue canzoni sono elaborate, con arrangiamenti azzeccati e strumentazione minimale, e i suoi testi, che immaginano una battaglia mentale tra autocoscienza e auto-gratificazione, sono criptici quanto irresistibili.
Una voce importante, indiscussa protagonista di Favours, che per un po’ di tempo ha corso bruttissimi rischi.

Che il racconto si concluda con un album così speciale è in definitiva l’unica cosa che dovrebbe preoccupare chi lo ascolta. Lo stesso Inner Tongue afferma “Preferirei che le persone si concentrassero esclusivamente sulla mia musica“. Quindi, per ora, facciamo esattamente questo.

Per quanto sia difficile riassumerli tutti, i nomi che si possono associare al sound di Favours includono Childish Gambino e Frank Ocean – in particolare su “Next Life” e “Wallbreaker” – e, nel complesso, l’album combina la leggerezza del tocco che distingue i Death Cab For Cutie, con la genuina perfezione di SOHN e l’intuizione di Chet Faker. Con beat ed elementi eleganti che ricordato anche James Blake, la musica di INNER TONGUE vanta una delicatezza e una profondità sorprendenti che vanno addirittura oltre gli artisti con cui è cresciuto.

Adoro la malinconia dell’elettronica di BjörkMoby o i Portishead” dice. “Ammiro la precisione minuziosa del loro suono.” Altre passioni precedenti hanno senza dubbio giocato un ruolo importante nella sua musica, anche se la loro influenza a volte è incomprensibile: queste hanno avuto inizio con Michael Jackson, passando poi dai Sonic Youth e dai Radiohead, anche se molti mettono sul piatto i Pet Shop Boys, nonostante l’artista afferma di non averli mai sentiti. La realtà è che i suoi gusti sono così ampi che evidenziano anche un’ossessione infantile per il film The Cure In Orange. “Lo guardavo tutti i giorni prima di andare a giocare con gli altri ragazzi” – mentre anche Aphex Twin faceva capolino.  Tuttavia le tendenze musicali di Inner Tongue sono veramente infinite.

Questo album deve senza dubbio almeno un parziale debito alle circostanze in cui sono state scritte le sue canzoni. Nel 2013, intorno ai 25 anni di età, a Inner Tonge è stata diagnosticata una rara e grave malattia alle corde vocali, che gli ha imposto il silenzio. La musica era sempre stata parte importante della sua vita, essendo cresciuto in campagna dove i suoi genitori hanno condiviso da subito con lui i loro album preferiti, anche perché non c’era molto altro da fare. Fortunatamente, anche suo padre è un autore di canzoni, e c’erano sempre degli strumenti in giro. Basta pensare che il giovane artista ha formato la sua prima band all’età di sei anni. “Abbiamo iniziato a usare uno dei synth di mio padre per suonare un ritmo pre-programmato“, ricorda. “Cantavo qualcosa che a noi sembrava inglese“. Non sorprende che abbia continuato a suonare musica, attirando recentemente l’attenzione dei media “Ho suonato solo in tre o quattro gruppi fino ad ora,” dice, rivelando un po ‘di più sul suo passato, “ne ho sempre avuto almeno uno. Ho delle belle storie da condividere a tarda notte, mezzo ubriaco, come quella in cui ho spedito a casa il produttore dei Duran Duran e David Bowie perché voleva trasformare la nostra musica in un pop americano radiofonico da adolescenti. Dopo questo, siamo stati abbandonati dalla nostra etichetta! “

I dottori, dopo un’attenta analisi, hanno affidato completamente all’artista la decisione di smettere o meno di fare musica. Inoltre, c’erano solo una manciata di specialisti nel mondo in grado di trattare i suoi problemi di salute. Così, ridotto al silenzio, i suoi obiettivi passarono da quello artistico a quello finanziario, adoperandosi giorno e notte per raccogliere i soldi necessari per l’operazione. Come se non bastasse, all’età di quattro anni aveva avuto una reazione allergica durante un intervento chirurgico di routine, causando un arresto cardiaco, e nessun altro chirurgo aveva osato operarlo da allora. Alla fine e per fortuna, è stata trovata la figura giusta, non solo molto competente in materia, ma anche disposto ad eseguire il delicato intervento. I giorni prima del ricovero l’artista ammette fossero, “davvero molto intensi“, ma, quando si è svegliato dall’anestesia – come segnale emblematico dell’importanza della musica per lui – la prima cosa che ha sentito risuonare nella sua testa, è stata “Qwerty Finger”degli Everything Everything. “La cosa strana“, sorride “è che sono stato in tour con loro due anni dopo!“.
Perché la cosa straordinaria di questa storia è proprio il lieto fine, anche se i mesi seguenti la sua operazione furono difficili – “Mi sono nascosto in totale silenzio nel mio appartamento; ero totalmente depresso e mi sono rifiutato di scrivere qualsiasi musica“. INNER TONGUE alla fine ha ricominciato a comporre di nuovo. “Cantare era fuori discussione , così ho deciso di modificare temporaneamente il mio focus musicale, scrivendo canzoni che potevano produrre una tensione melodica senza voce, ma che mostravano comunque i tratti distintivi del mio POP lungimirante. Era come se qualcuno avesse premuto un pulsante di reset sull’identità musicale che avevo dentro di me prima.” Insieme a questo arrivò l’impulso di provare altri esperimenti:” Prima usavo sovrapporre molti suoni e melodie, era come nascondere il nucleo di qualsiasi idea dietro quella tecnica. “

Il risultato è stato “Tz, Ka”, il primo EP sotto l’identità INNER TONGUE. Anche se ampiamente registrate da solo, queste canzoni lo hanno spinto a viaggiare per il mondo alla ricerca di ispirazioni importanti, come quella di Matt Boynton (MGMT, Kurt Vile) a New York e, soprattutto John Catlin (Foals, Warpaint, The Naked And Famous ) a Londra. Tutti questi sforzi sono valsi la pena: uscito nella primavera del 2015, l’EP ha raccolto molti consensi per poi permettere all’artista e alla sua band un posto come supporto non solo con gli Everything Everything, ma anche con Ghostpoet e Get Well Soon. Ora, quasi tre anni dopo, il debutto è finalmente pronto.

Anche se alcuni pezzi di Favours sono stati realizzati a casa, la maggior parte è stata registrata nello studio di un amico a Vienna, dove INNER TONGUE ha base. Catlin è stato nuovamente d’aiuto “come co-produttore e amico.” Catlin ha anche mixato l’album agli Assault & Battery di Londra, con un’ulteriore sovraincisione. L’intera esperienza di scrittura e registrazione, ammette Inner Tongue, ha provocato “un sacco di ricerca dentro me stesso, cercando di migliorare le mie abilità come ingegnere e produttore. Sono molto puntiglioso quando si tratta della mia musica ed ho bisogno di curare tutti i minimi dettagli. “

Tuttavia, sono stati coinvolti anche altri musicisti e come l’artista stesso sottolinea “il progetto è il risultato delle mie idee condivise con un collettivo di amici intimi. Tutti i contributi sono basati su una visione che ho inizialmente avuto io e che poi è mutata durante il processo insieme agli altri. Beat elettronici e batteria vengono suonati da Flo; la maggior parte delle tastiere sono suonate da Philipp; Heli e Conni suonano pezzi qua e là. Loro suonano anche con me dal vivo. E il sassofono è di mio padre, che ha improvvisato dentro”New York”, sono stato incredibilmente sorpreso dalla profondità e la spontaneità della sua esibizione“.

Favours è estremamente difficile da catalogare e questa cosa piace molto a Inner Tongue. “Cerco di impegnarmi al 100% in ogni canzone“, spiega, “invece di reinterpretare e migliorare ciò che ha funzionato per me prima. Se le persone sentono che ogni traccia possiede delle qualità distinte, questo mi fa assolutamente piacere.” Così, mentre ‘Somebody Knows It’ inizia con un riff di piano sommesso e un sound che colpisce e poi scivola verso un climax colorato e appassionato, mentre in “Two Seconds” i ritmi sussurrati, la linea di chitarra sinuosa e la delicata sensibilità racchiudono l’inspiegabilità dell’attrazione con paesaggi dolorosi come in “There must be gold inside you”. L’inquietante malinconia di “Fallen Empire” è al tempo stesso manifesto di immagini provocatorie – “Your business friend zombies/ Should go to sleep instead” – e un consiglio la cui saggezza sembra quasi antica: “Don’t seed your coin in the dead sand“. C’è anche il fragile ottimismo dell’affascinante ‘Dig Deeper’, la ballata un po ‘più storta ‘Catch ‘, così come il frettoloso, intricato dettaglio di ‘Next Life’, per non parlare della rara bellezza di‘ Teeth’, la teneramente affettuosa “Wallbreaker” e il dramma low-key di “Underworld”.

I brani che aprono e terminano l’album sono le misteriose “Lamac Part I” e “Lamac Part II”.

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