Sabato 16 alle 21 e domenica 17 febbraio, alle 18 e alle 21, al teatro Barium di Bari, saranno proposte le repliche del nuovo spettacolo “Un barese a New York 3”, di e con Gianni Colajemma, insieme a Lucia Coppola, Federica Antonacci, Maria Schino, Luca Mastrolitti e Magda Fanelli.
In questo terzo episodio della fortunata saga, il protagonista Joe Colella, un attore originario di Bari vive nuove avventure sia con personaggi che da sempre lo accompagnano nelle sue esperienze e attività a stelle e strisce, ma anche con altri nuovi amici, alle prese con la vita quotidiana, con i quali si imbatte in situazioni molto divertenti.
“Ho provato a immaginare – ha spiegato Colajemma – come si può comportare un barese in una grande città estera. Ho immaginato New York perchè è un simbolo dell’America, è il sogno americano che per chiunque ha un significato personale. Per Giovanni è fare l’attore, per altri è aprire un grande negozio, qualcun altro vuole costruire un altro grattacielo e via dicendo. È un sogno”.
Come in una sitcom, anche i capitoli di questo racconto non sono concatenati tra di loro ma caratterizzati dall’uso di una singola ambientazione, in questo caso l’appartamento del protagonista Joe Colella, un barese trasferitosi a New York per diventare un importante attore. La scenografia curata da Gianmarco Venanzio Colaiemma, figlio del noto attore, è curata nei dettagli. In scena il solito divano con la copertura in stile americano, come del resto l’arredamento: guantoni da boxe alla Rocky, bottiglie di whisky, la maglia del grande Michael Jordan e tanti altri simboli che richiamano il “sogno americano”. Ma il successo di questo spettacolo, che viene proposto al Barium, dal 7 ottobre scorso, con oltre 75 repliche, è certamente il suo alto livello di comicità, che porta il pubblico a divertirsi per l’intera messa in scena.
“La risata fa bene, lo sappiamo tutti. Il riso fa buon sangue ed è un’ottima medicina, sia per gli spettatori che per noi attori che stiamo sul palcoscenico. È una giusta terapia quella dimenticare per oltre due ore la realtà quotidiana, che è quella esterna dove non si ride sempre e divertirsi a teatro, dove in questo caso vediamo che il sorriso accompagna lo spettatore anche dopo lo spettacolo”.