Questa sera, alle 21, al Teatro Traetta di Bitonto (Ba) va in scena l’ennesimo prestigioso appuntamento del Traetta Opera Festival, con la farsa per musica in un atto «L’impresario in angustie» di Domenico Cimarosa. Lo spettacolo ospita una tappa della tournée italiana dell’ensemble Musica Fiorita, la formazione sostenuta dal mecenate Peter Forcart e composta da musicisti formatisi alla prestigiosa Schola Cantorum di Basilea.
Musicata da Cimarosa su libretto di Giuseppe Maria Diodati, «L’impresario in angustie» (biglietti a 10 e 8 euro, infotel 080.371.61.05), sarà diretta da Daniela Dolci, con la regia di Stefano Albarello (costumi disegnati e realizzati da Daniel Tuzzato). In scena, a dare vita alle vicende di una compagnia d’opera intorno alla figura di un avido impresario, il basso Pietro Naviglio (Don Cristobolo) nel ruolo del protagonista, l’altro basso Giuseppe Naviglio (Don Perizonio) nei panni del librettista, i soprani Sara Bino (Fiordispina), Cristina Grifone (Merlina) e Maria Silecchio (Doralba) a recitar la parte delle primedonne, il tenoreRosario Totaro (Gelindo) in quella del compositore e il baritono Carlo Sgura (Strabinio) nelle vesti dell’amante di Doralba.
La trama si snoda all’interno di un teatro dove si prepara una nuova opera. Le tre primedonne esigono lauti compensi, ricchi costumi ed arie virtuosistiche. Ma il librettista, il compositore e il frustrato impresario hanno difficoltà a soddisfare le richieste delle cantanti, secondo uno schema caro alla produzione lirica di fine Settecento. La farsa mette dunque in ridicolo la vanità delle dive del teatro d’opera, l’ignoranza dei librettisti e la disonestà degli impresari con un umorismo insolente e un dialetto grossolano tipici di questo genere teatrale.
L’opera debuttò nel 1786 al Teatro Nuovo di Napoli. Fu rappresentata in tutta Europa, da Lisbona a Copenaghen, fino alla fine del secolo. Nel 1787 Johann Wolfgang Goethe assistette ad uno spettacolo a Roma e ne fu così entusiasta che tradusse il libretto in tedesco. Fece rappresentare questa versione nel 1791 a Weimar e aggiunse due nuove canzoni scritte da lui stesso. Un altro adattamento ad opera di Christian August Vulpius andò in scena a Weimar fino al 1810. Un grande compositore che apprezzò la farsa di Domenico Cimarosa fu Joseph Haydn che rappresentò L’impresario in angustie ad Esterhàza, in Ungheria, nel 1790 in una versione leggermente modificata.
Un’opera come questa contribuì alla fama di Cimarosa in tutta Europa. Benché fosse di umili origini, studiò al Conservatorio di Santa Maria di Loreto a Napoli. E nel 1772 – poco dopo il termine degli studi – compose la sua prima opera che lo rese celebre nella sua città ed in tutta Italia. Dieci anni più tardi fu nominato professore degli Ospedaletti a Venezia e per il suo crescente successo fu chiamato a San Pietroburgo da Caterina la Grande. Nel 1791 lasciò la Russia e divenne Kapellmeister a Vienna, dove compose la sua opera più famosa, «Il matrimonio segreto». Poco tempo dopo tornò nella sua città, dove divenne direttore musicale della Cappella Reale della corte di Napoli. Cimarosa morì nel 1801 a Venezia durante la preparazione di una produzione per la stagione del Carnevale.