Un barese a New York 2 in scena al Barium

Sabato 18, alle 21 e domenica 19 novembre, alle 18 e alle 21, al teatro Barium di Bari, sarà proposta una nuova replica dello spettacolo “Un barese a New York 2”, di Gianni Colajemma, che oltre al noto attore vede impegnati in scena Lucia Coppola, Gemma Magistro, Dario Mangieri, Federica Antonacci e Anna Vittoria Amore.

Dopo il grande successo ottenuto dal primo lavoro, che ha superato le 100 repliche sold out nella scorsa stagione teatrale ed è stato anche messo in scena dall’altra parte dell’oceano, Gianni Colajemma propone il sequel del primo episodio, proponendo un modo di fare teatro che trova origine nel “teatro barese classico” di Vito Maurogiovanni.

Ho sempre creduto nelle puntate – ha affermato il comico barese – abbiamo esperienza dei vari ‘Rambo’, o per rimanere all’attualità ‘Letre rose di Eva’. Già con alcuni spettacoli di Vito Maurogiovanni facemmo un esperimento analogo. Portammo in scena ‘Chidde dì’, che parlava di una famiglia della Bari anni ’30 e successivamente gli proposi di scrivere il seguito e realizzò ‘Chiddaltri dì’ che aveva gli stessi protagonisti e location ma in un’epoca nuova, gli anni ’40”.

“Un barese a New York 2”, il cui sottotiolo è “…better man…”, è un nuovo episodio della storia di Giovanni, un artista che da Bari, sua città d’origine si è trasferito, con tante speranze e volontà di sacrificio, nella grande mela per realizzare il suo sogno di diventare un attore di cinema e teatro. In questo nuovo scorcio di vita americana il barese è sempre in compagnia dei suoi coinquilini Dudù, una drag Queen frizzante ed eccentrica e la padrona di casa Sandra, personaggio algido con la quale il protagonista ha un rapporto di odio e amore. Nello stesso stabile, al piano superione c’è ancora una volta la giovane Helene e questa volta anche Carmela, la sorella di “Joe”, trasferitasi anch’essa a New York perché spera che il suo familiare si sitemi a livello affettivo. Novità del sequel, che come in una sit-com non necessita la conoscenza della storia precedente, sarà la presenza di un nuovo personaggio.

Per noi è un nuovo modo di fare teatro, non è il solito teatro popolare. Con questo lavoro evolviamo il linguaggio utilizzando parti in dialetto ma affiancando ad esso anche parole in inglese. In questo la musicalità della lingua barese ci aiuta, perché ben si accosta al suono della lingua straniera. In questo modo e con messaggi carichi di sentimento, puntiamo a far ridere in modo diverso”.

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