Il 23 novembre a Bari, una serata dedicata alla storia e al futuro del vinile. “Vinilici. Perché il vinile ama la musica” è stato proiettato Al Multicinema Galleria, dopo il talk di Cesare Veronico (coordinatore di Puglia Sounds), Carlo Chicco(dj, conduttore radiofonico, giornalista), Giovanni Verini Supplizi (proprietario del negozio di dischi Wanted Records e autore del libro «Bassa fedeltà»)“.
La memoria è preziosa, e quella ineffabile del suono lo è ancora di più. Il vinile è quell’oggetto che contiene in se’ le testimonianze sonore, in presa diretta, di un passato musicale che non può essere solo raccontato. In un’epoca di riproducibilità tecnica in cui si procede per accorciamenti spazio-temporali, il vinile acquisisce un valore aggiunto: è metafora del valore della lentezza, della ritualità dei gesti. Lo sanno bene i nostalgici protagonisti di “Vinilici. Perché il vinile ama la musica”, il primo docufilm sul vinile con testimonianze esclusivamente italiane. I protagonisti sono musicisti, autori, collezionisti, audiofili, venditori, sociologi, appassionati, tutti accomunati da un’unica passione, e una sensibile dedizione alla ricerca. “La ricerca in fondo è la parte più bella” come racconta l’inseguitore di Lp, Pino Imparato, per non correre l rischi della contemporaneità di “non ascoltare più ciò che non conosciamo” come dice Red Ronnie a cui è affidata l’apertura di “Vinilici”.
A parlare e mostrarci i loro mondi, le loro “magiche stanze”, e i loro dischi e gli aneddoti che li riguardano, sono Renzo Arbore, Claudio Austoni, Bruno Bavota, Simona Burini, Alessandro Cereda, Claudio Coccoluto, Paolo Corciulo, Antonio De Spirito, Massimo De Vita, Marco Di Virgilio, Elio E Le Storie Tese, Fernando Esposito, Fernando Fratarcangeli, Pino Imparato, Renato Marengo, Paolo Mazzucchelli, Mogol, Anita Pesce, Alessandro Pomponi, Massimiliano Pone, Giulio Cesare Ricci, Red Ronnie, Lello Savonardo, Gianni Sibilla, Stefano Tarquini, Claudio Trotta, Lino Vairetti, Bruno Venturini e Carlo Verdone.
Il docufilm mette più generazioni a confronto, percorrendo luoghi sacri come la Phonotype, la prima casa discografica europea fondata a Napoli nel 1901 da Raffaele Esposito, amministrata oggi da suo nipote Fernando che in 74 anni di servizio ha curato la sua sala come una chiesa e dove Bruno Venturini, ambasciatore della canzone napoletana, ha registrato il suo primo 78 giri, quando i vinili erano ancora in cera.
Dalla casa discografica dei fratelli Esposito, i riflettori si spostano a Roma, nel negozio di dischi dove Carlo Verdone appaga spesso la sua romantica compulsione da collezionista. Si chiama Elastic Rock e adesso se ne occupa Simona Burini, che porta avanti l’eredità costruita da suo nonno, che dopo la seconda guerra mondiale, per tirare su qualche soldo, vendeva LP a Porta Portese.
I racconti si intrecciano, le redini del discorso le tengono Blindur (nome d’arte di Massimo De Vita), e Lino Vairetti degli Osanna, perfettamente in linea con la matrice partenopea di questo lavoro e anche di una gran parte di storia dell’industria discografica italiana.
“Vinilici” ha dato voce a storie e caratteri diversi, alle varie sfumature del collezionismo, dal perfezionismo della catalogazione maniacale d’altri tempi, al sano disordine contemporaneo della collezione di Claudio Coccoluto fino ai commoventi aneddoti di Carlo Verdone.
Ha fatto luce su un’industria, che dopo 70 anni vive ancora, solo con forme diverse, e su come il digitale e l’analogico abbiamo ancora molto da dirsi quando finché ci saranno passione e professionalità.
Un docufilm che mostra un presente assetato di autenticità e che ogni giorno si sforza di dedicare del tempo a percepire la bellezza.
Il film è ideato da Nicola Iuppariello, già curatore del volume “Vinilici. La passione per il disco” e di DiscoDays, la fiera del disco e della musica a Napoli. E’ scritto insieme a Vincenzo Russo, organizzatore di eventi musicali e del DiscoDays, è prodotto da Iuppiter.eu e realizzato da Napoli Film Industry con la regia di Fulvio Iannucci.
di Federica Muciaccia
24 Novembre 2018
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